Le elezioni politiche svedesi hanno visto la vittoria del centrodestra e dell’ondata di estrema destra.
La premier socialdemocratica Magdalena Andersson si è dimessa dopo la vittoria della coalizione di centrodestra. La percentuale che divide le due coalizioni è minima: il centrosinistra ha raggiunto il 48,9% di voti mentre quella di centrodestra il 49,6%. I parlamentari in più saranno solo tre. Il dato più eclatante di queste elezioni però è stata la percentuale raggiunta dal partito di estrema destra i Democrativi Svedesi, secondo partito più votato dopo i Socialdemocratici con il 30% delle preferenze.
A trainare alla vittoria la coalizione di centrodestra è stato proprio il partito di Jimie Akesson di destra estrema che ha raggiunto oltre il 20% dei voti, meno dei Moderati di Kristersson. La scelta del premier che guiderà il prossimo governo è in bilico tra i due. Nonostante le radici nel neonazismo svedese, Akesson ha fatto negli anni un’opera di normalizzazione del partito – come fatto in precedenza da Le Pen e simile a quello che ha fatto anche da noi Meloni che si è congratulata con la vittoria storica del leader.
La Svezia travolta dal partito neonazista
Il leader di estrema destra Akesson ha cercato di cancellare le tracce e non associare più l’immagine del partito al fascismo rinnovando il simbolo ed eliminando esponenti radicali. Un’azione di normalizzazione che a sinistra non hanno mai creduto. Gli stessi moderati della coalizione di centrodestra hanno dichiarato di essere contrari a formare un governo guidato da Akesson.
Anche l’ex premier Andersson ha detto: «so che molti svedesi sono preoccupati. Capisco la vostra preoccupazione e la condivido». La leader dei Socialdemocratici ha presentato le sue dimissioni da primo ministro dicendo: “Gli avversari hanno conquistato un piccola maggioranza, ma pur sempre una maggioranza”. La vittoria della destra avrà ripercussioni soprattutto sull’immigrazione in Svezia e sui rifugiati che da sempre trovano una larga accoglienza nel paese scadinavo.